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Lo schiavo di Antiochia


L'uomo sembrava riempire completamente lo spazio angusto della tenda.

Elèni si bloccò, impietrita come una delle statue che ornavano il patio del suo palazzo. Lo sguardo le scappò a terra, ma si impose di reagire e tornò subito a sollevarlo sullo schiavo che aveva di fronte.

La prima cosa che notò fu il colore del suo corpo. Non era scuro come si sarebbe aspettato. Sembrava piuttosto della tonalità dorata del bronzo. Come se avesse trascorso la sua vita sotto il sole e privo di abiti. Ma trattandosi di un selvaggio, era possibile che fosse proprio così. E quella pelle bronzea si tendeva rivelando nitidamente il disegno dei muscoli e la trama delle vene e dei tendini. Aveva gambe forti, spalle larghe, ventre piatto e un membro di sicuro ragguardevole. Gli unici uomini nudi che lei aveva visto fino ad allora erano i dannati tra le fiamme dell'inferno. Innocue e minuscole nudità all'interno di codici miniati dalla rilegatura in damasco di Siria.

Quello che aveva davanti era tutt'altro.

Il suo sguardo volò al viso e lì incontrò due occhi bui, spaventosi. Occhi che sembravano pozzi di odio e di rabbiosa ribellione. Ne capì subito il motivo. Nessun uomo che una volta fosse stato libero poteva tollerare quel pesante cerchio di ferro intorno al collo. Simile al giogo di un animale.

Elèni pensò che doveva decidersi a dire qualcosa.

– Non è un Saraceno – obiettò, rivolgendosi a Malo. – E so per certo che Gaddo di Terrabianca vuole un guerriero saraceno.

Il mercante fece un passo verso di lei. – È stato addestrato al combattimento dai Saraceni. È come loro, crudele e feroce. Possiede quel cuore di pietra che serve a vincere qualsiasi combattimento.

– Ma ugualmente non è quello che il signore di Terrabianca si aspetta.

Malo si inchinò e a lei parve che volesse guadagnare tempo. Che stesse cercando una risposta utile a vincere la sua diffidenza.

– Ho intenzione di spiegare al signore di Terrabianca che difficilmente riuscirebbe ad asservire un Saraceno. Loro si piegano solo ad Hallah, non certo a un padrone, per quanto implacabile possa essere. Non combatteranno in una giostra solo perché lui glielo ordina e non saranno mai schiavi arrendevoli. Preferiscono essere uomini morti piuttosto che schiavi vivi.

– Anche questo che ci proponete sembra tutt'altro che docile – rilevò Elèni, cauta. – Potrei dire che ha l'aspetto di una belva in gabbia.

– Perché è un guerriero. Ma, a differenza degli infedeli, gli uomini come lui attribuiscono ancora un valore alla vita. Anche a una vita da schiavo. Fatelo combattere e lui troverà nel combattimento la sua ragione di essere.

Era un bravo mercante. Sapeva decantare la propria merce e convincere anche i compratori più dubbiosi. Elèni pensò che doveva decidere in fretta. Si rivolse a Ippolito.

– Esaminalo.

L'uomo cominciò dalla testa, passandogli le dita tra i capelli e tastando il cranio, poi scese giù, fronte, naso, mandibola. A quel punto gli fece aprire la bocca e toccò i denti, anche quelli più interni, saggiandone la solidità. I suoi gesti erano duri, le sue dita impietose. Scese in basso e tastò il collo, le clavicole, la linea delle costole, la compattezza dei muscoli. In ultimo gli esaminò i genitali. Gli occhi dello schiavo sembravano di fuoco, odio rabbioso e orgoglio rabbioso.

– Voltati – gli ordinò Ippolito.

Lui digrignò i denti ed eseguì.

Ippolito gli percorse la schiena con dita dure, saggiò una cicatrice lunga e frastagliata, lo fece piegare fin quasi a terra, gli ordinò di sollevare i piedi per esaminarne le piante.

L'uomo ubbidiva, ma Elèni vedeva i suoi muscoli contrarsi e tendersi, in una ribellione che gli si annidava sotto la pelle, con quei guizzi che urlavano il suo rifiuto. Ma la mente lanciava segnali diversi. La mente imponeva a quel corpo forte e riottoso di eseguire gli ordini con tutta la docilità che uno schiavo deve possedere. Lei capì che era il suo modo di mantenersi in vita. Di evitare la frusta. E capì anche che Gaddo avrebbe dovuto usare forza e spietatezza per domarlo. Forse gli avrebbe creato più difficoltà di un Saraceno.